venerdì 21 gennaio 2011

L'intimidazione



intimidazióne s. f. [dal fr. intimidation, der. di intimider «intimorire», da timide «timido»]. – Atto o parole di minaccia, che hanno lo scopo di incutere timore e costringere ad agire o a desistere da un’azione con lo stimolo della paura; il timore stesso che in tal modo s’incute in altri: cedere a intimidazionicostringereottenere con l’i., con intimidazioni. In marina, sparo di colpi di cannone o lancio di bombe antisommergibili verso la zona in cui si suppone la presenza del nemico, allo scopo di distoglierlo dall’azione.


dal sito treccani.it





L'arma preferita da chi non riesce a argomentare con parole e gesti sensati le proprie idee e convinzioni.
Il nostro B ci da il buon esempio compiendo quotidianamente atti intimidatori verso la magistratura, minacciando di trovare i colpevoli del complotto che da anni vogliono sovvertire il volere del Popolo.
La perfetta intimidazione si attua in due fasi. Nella prima si  cerca di aggirare l'argomento in questione, non rispondendo direttamente a domande, evitando di esprimere il proprio parere, cercando di parlare di altre cose che facciano perdere l'attenzione sull'argomento principale.
Nella seconda parte si attacca, quindi non si da un parere su un'idea, su una proposta o su un racconto, ma si scredita pesantemente la persona. Si mette in atto quello che secondo me è un'atteggiamento mafioso. Si allude ad un cattivo modo di operare della persona che si vuole intimidire, si lanciano accuse di imparzialità, di non avere il diritto di fare ciò che si sta facendo, di farlo con un secondo fine.


Purtroppo questa pratica il nostro B la adotta sempre di più, è molto più semplice screditare e intimidire, che dire la verità.
E siccome tutto ciò che fa il nostro B, diventa esempio per i suoi ciambellani e sudditi, che siano i suoi parlamentari, i suoi giudici o i direttori di carta stampata politicamente vicini a lui, ormai quando si seguono in tv le trasmissioni di approfondimento politico, c'è una fazione che parla (sia pure poco e male) e l'altra che intimidisce, scredita e non risponde alle domande.


Voglio riportare un esempio, accaduto questa sera, nella trasmissione su Raidue Annozero, il parterre è composto tra le altre persone dalla Santanchè. Tanto dedita a riaffermare e ricordare in ogni occasione le qualità della Donna, che fa di tutto per dimostrare che lei è l'eccezione che conferma la regola.
Viene data la parola ad una donna, che di mestiere fa la poliziotta, la quale pone l'attenzione sul fatto che alcuni uomini della scorta del nostro B, vengano utilizzati per fare i tassisti alle ragazze che bazzicano la villa del nostro B, durante le feste di Arcore. 
Ecco che la perfetta intimidazione va di scena.
La signora Santanchè, (fase 1 della perfetta intimidazione a cura del nostro B) si sente subito offesa dal fatto che la donna, che di mestiere da la poliziotta, dicesse quelle cose gravissime, senza un briciolo di prove: "Ma chi gliele ha dette? Lei che ne sa?".
Qui c'è l'articolo apparso nel portale di informazione indipendente per il Comparto di Sicurezza e Difesa.
Dopodichè (fase 2 della perfetta intimidazione a cura del nostro B), attacca la persona: "Ma come si permette di dire certe cose? Sono cose gravissime!".  Terminando con un bellissimo e alquanto emblematico: "Mi auguro che i suoi superiori la chiamino per rispondere delle cose che sta dicendo."
Ancora una volta la signora Santanchè è riuscita a innalzare culturalmente la figura della Donna, o meglio di tutte le altre donne, tranne lei.


In generale penso che si sta oltrepassando un pò il limite, e penso che ce ne accorgiamo un po' tutti quanti. Quando sento parlare il nostro B, non ho più il rispetto che dovrei avere per un primo ministro. Mi aspetto sempre che dica la cazzata del giorno, e lui puntualmente non mi fa attendere troppo. 
C'è bisogno di dire BASTA e di farlo subito con forza.
Io ci proverò ogni giorno con questi post, fino a quando il nostro B, scapperà ad Hammamet come ha fatto un altro porco di nostra conoscenza.











giovedì 20 gennaio 2011

Il Re è nudo

Si, eccomi pronto! - rispose l'imperatore. - Non è vero che sto proprio bene? - E si rigirò un'altra volta davanti allo specchio fingendo di contemplare la sua tenuta di gala.
I ciambellani che dovevano reggere lo strascico, finsero di raccoglierlo tastando per terra; e si mossero stringendo l'aria: non potevano mica far vedere che non vedevano niente!
E così l'imperatore
 aprì il corteo sotto il sontuoso baldacchino e la gente per le strade e alle finestre diceva: 
- Dio! Sono di una bellezza incomparabile, i vestiti nuovi dell'imperatore! Che splendida coda dietro la giubba! Ma come gli stanno bene! -
Nessuno voleva mostrare che non vedeva niente, perchè se no significava che non era degno della carica che occupava, oppure che era molto stupido. Nessuno dei tanti costumi dell'imperatore aveva avuto tanta fortuna.
- Ma se non ha niente indosso ! - gridò un bambino.
- Signore Iddio! La voce dell'innocenza! - disse il padre; e ognuno sussurrava all'altro quello che aveva detto il bambino.
- Non ha niente indosso! C'è un bambino che dice che non ha niente indosso! -
- Non ha proprio niente indosso! - urlò infine tutta la gente.
E l'imperatore si sentì rabbrividire perchè era sicuro che avevano ragione; ma pensò: "Ormai devo guidare questo corteo fino alla fine!" E si drizzò ancor piu fiero e i ciambellani camminarono reggendo la coda che non c'era per niente.